Soledad Agresti
Artist
Dipinti - Mutilazioni
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acrilico e vernice su parete di armadio 1997 In questa serie il racconto dell'"impotenza" giunge al suo apice: uomini recisi, uccelli delle ali tarpate, vorrebbero andare, fare, ma non possono e la loro rabbia esplode. Alla continua ricerca di superfici su cui dipingere, perennemente in bolletta, Soledad trova in accademia un armadio per la catalogazione delle opere, rotto, poggiato ad una parete e se ne impossessa creando sulla superfice spezzata un uomo offeso e mutilato
asfalto a freddo, acrilici e sabbia su tavola 60 x 120 cm 2001 Questo dipinto, realizzato per l'apertura dell'ala contemporanea del museo di Ponza, riduce l'essere umano all'essenza della Terra; nonostante questo ha ancora la forza di creare, Humus crea uno sputo bianco, arcuato, sublime che si eleva al di sopra della terra e delle sue mediocrità.
acrilico su lamiera arrugginita 120 x 60 cm 1998 In occasione del gemellaggio culturale tra la città di Formia e il Nicaragua, Soledad Agresti è chiamata a dipingere in un'extemporanea; abbandonati tutti i progetti iniziali, si lascia trasportare dal rapporto con la splendida superfice rugginosa del pannello per affissioni pubbliche che troneggiava sul muro laterale del palazzo del Municipio di Formia. La lastra la conduce a dipingere un relitto umano abbandonato ad un angolo di muro.
asfalto a freddo e acrilico su tavola 150 x 60 cm 1998 Riprendendo l'iconografia ammiccante delle donne al bagno, Soledad declina il soggetto in modo totalmente inaspettato: lo lega e lo mutila rendendo il gioco di battere i piedi sull'acqua un scalpitio frustrato e dolente.
acrilico su tela 100 x 110 cm 1998 Figlio putativo del dipinto "Bagnante", qui il soggetto esaspera la sua contorsione trasformandosi idealmente in un uroboro, un serpente che si morde la coda e che rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso.
tempera, acrilici e vernice su tela 100 x 110 cm Il percorso intrapreso nella serie si esaspera: la mutilazione, a cui si opponeva un'esplosione di energia frustrata, trova qui il freddo glaciale di una cella frigo in cui i corpi appesi come quarti di bue non hanno più nulla da dire.
acrilico e vernice su tela composizione di due tele 150x x 240 cm 1998 In questo lavoro l'artista rappresenta il desiderio di avere ciò che ti è stato tolto, ciò che ti è impedito: il soggetto non può andare, fare e i suoi mezzi che sono sostegno e motore sono vicini ma irraggiungibili.
acrilici, tempera e asfalto a freddo su tavola 1998 Quasi più nulla di umano resta in quello che diviene un manichino, una bambola rotta, ma nonostante tutto c'è un'energia intorno, un'aura che è più forte di ogni menomazione.